venerdì 29 novembre 2013

L'Alfabeto dei Sentimenti - I Venerdì del libro



Sonia MariaLuce Possentini è, a mio parere, una delle migliori illustratrici sulla scena nazionale.

Le sue immagini colpiscono dritte al cuore, realistiche come una fotografia, accurate nei dettagli come solo l'opera di un'artista dalla grande sensibilità e dalla intelligente curiosità può essere, in qualche modo anche romantiche.

I bambini disegnati sulle pagine di questo Abbecedario accompagnano le ventuno piccole, deliziose filastrocche (ma forse è più corretto parlare di poesia) scritte da Janna Carioli e dedicate ai sentimenti dei bambini, una per ogni lettera dell'alfabeto.

Un albo bello, veramente bello, e utile per parlare di Amore, di Paura, di Rabbia, di Curiosità, di Uguaglianza, in famiglia o a scuola.

"L'alfabeto dei Sentimenti",
Janna Carioli e Sonia M.L. Possentini.
Editrice FATATRAC



Porto questo illustrato al Venerdì del libro e alla Biblioteca di Filippo.

mercoledì 20 novembre 2013

Piccoli, grandi passi di Decrescita consapevole.

Scegliere consapevolmente una strada verso la Decrescita Felice ci ha permesso di non sentire troppo la "crisi" economica.
D'altronde noi stavamo già rinunciando a molte cose superflue (mica a tutto, però: abbiamo anche noi tenuto alcuni vizietti) e, anzi, nonostante abbiamo deciso che io lasciassi il mio lavoro "full time" per dedicare più tempo a figli e casa, siamo persino riusciti a risparmiare ed accantonare abbastanza da investire in migliorìe sulla nostra casa.

Siamo partiti praticamente dal nulla, con la fortuna di poter abitare per i primi anni nella mansarda di mia madre (quindi risparmiando sull'affitto) e qualche soldino accantonato, ma non certo grandi cose.

Nel giro di pochi anni abbiamo costruito una famiglia e una vita diversa da quella che vivevamo prima.
Non ci siamo mai fermati: serviva una caldaia nuova perché quella vecchia era capricciosa e consumava troppo? Perfetto, un po' di attenzione all'economia domestica e qualche taglio qua e là ed ecco fatto il lavoro. Un piccolo sacrificio ripagato con un risparmio sulle spese di riscaldamento.

La mansarda non era dotata di riscaldamento a legna? Ho preso di nuovo in mano l'agenda su cui segnavo entrate e uscite economiche al centesimo e, con qualche altra piccola rinuncia, ecco trovato il modo per risparmiare su qualcos'altro: in un paio d'anni il termocamino in maiolica si è ripagato, anche grazie al risparmio sul metano che ci ha permesso.
In più ci siamo goduti le fiamme vivaci nelle serate autunnali, i momenti romantici al calore arancione del faggio, i primi cibi cucinati nel forno a legna, il tepore asciutto e "vivo" del riscaldamento naturale.

E via di questo passo, taglia di qua, riduci di là, ci siamo abituati facilmente a vivere senza troppi oggetti superflui, a non andare più a bere il caffè al bar ogni giorno, a risparmiare su certe cose, a rinunciare ad altre.

Mi trucco solo in occasioni speciali e con poco, non vado da estetista e parrucchiere, non compro più scarpe inutili (ché tanto, con la vita che faccio, mi serve roba comoda e pratica, da usare fino alla distruzione!), i vestiti si utilizzano fino a farli diventare, letteralmente, stracci, utilissimi in officina.

La cosa più dura è stata rinunciare ai nostri frequenti acquisti di libri e dischi: i tagli alla cultura hanno colpito anche noi e abbiamo rinunciato a tre riviste mensili, ridotto all'osso la musica (ché tanto non abbiamo più tempo per ascoltarla in pace come piaceva a noi), dimezzato i libri in entrata, tolto dal carrello molti fumetti.

Contemporaneamente abbiamo comprato casa (piccola, purtroppo, ma così ci stanno meno cose e imparo a non accumulare troppo) e terreno, l'abbiamo ristrutturata facendo da soli tutto il possibile, attenti, come dicevo, al risparmio energetico ed al comfort (calore, luce naturale, giusto tasso di umidità, comodità): abbiamo trasformato un edificio terribilmente energivoro e freddo in una casetta calda, luminosa e con costi di mantenimento bassissimi.

Abbiamo riciclato tutto quello che potevamo, compresi i mobili: la mia cucina mi è stata donata, usata, da un fraterno amico che traslocava in una casa più piccola, ha fatto tre o quattro traslochi, è stata spezzettata e modificata, riassemblata e salvata. Ora alcuni pezzi li ho io, altri sono utilizzati da una famiglia di amici.
Questo mi fa felice, perché so di non aver sprecato risorse inutilmente e di non aver prodotto rifiuti; finché durerà la terrò cara, anche se non l'ho scelta io, ma ha un valore inestimabile perché quando cucino il mio amico Marino è con me nel dono che mi ha fatto, mio cugino Chicco che ci ha aiutati nel trasporto entra nei miei pensieri, ed è piena di ricordi felici.

I lavori continuano, mica sono finiti: si va avanti un passetto alla volta, secondo le nostre possibilità, comunque quest'anno abbiamo installato i pannelli fotovoltaici.

Così la nostra vita e le nostre abitudini non sono cambiate a causa della crisi, bensì noi ci siamo evoluti (ci stiamo evolvendo) e abbiamo cambiato stile per nostra scelta, una differenza enorme che consente di essere felici e soddisfatti.

Liquore al cioccolato: golosità per l'inverno.

Ieri il maltempo imperversava su tutta l'Italia.
Qui la pioggia si alternava a grossi fiocchi di neve, il prato davanti a casa era un pantano e il buio è arrivato presto.
Giornata ideale per stringerci tutti attorno alla termocucina, cuore pulsante della nostra piccola casetta: con una bracciata di legna si cucina, ci si riscalda, si produce l'acqua calda di cui abbiamo bisogno per lavarci e per scaldare i radiatori nelle camere e nel bagno. In più tiene compagnia con l'allegro scoppiettio del fuoco appena acceso.
Lì riuniti, qualcuno ha disegnato, qualcuno ha giocato con trenini e ferrovie di legno, qualcun'altro cantava, un po' hanno litigato e, tutti insieme, abbiamo fatto il liquore al cioccolato da regalare e offrire agli amici durante l'inverno.
Volete la ricetta?


Per farlo servono 2 dl di alcool alimentare,

100 gr di cioccolato fondente,
250 gr di zucchero,
5 dl di latte intero,
2 dl. di acqua,
una stecca piccola di vaniglia.

Fondere la cioccolata a bagnomaria dopo averla spezzettata grossolanamente.

A parte, far bollire l'acqua con la stecca di vaniglia e sciogliervi dentro lo zucchero.


In una pentola capiente dal fondo spesso portare ad ebollizione il latte ed unirvi, mescolando accuratamente, l'acqua zuccherata con la vaniglia e la cioccolata fusa.

Spenta la fiamma, lasciar riposare per 5 minuti, poi aggiungere l'alcool, sempre mescolando accuratamente.

A questo punto togliere la stecca di vaniglia se si vuole un aroma più delicato o lasciarla in infusione ancora per qualche giorno se si desidera un profumo più intenso (volendo si può sostituire la stecca con una bustina o una fialetta di vanillina).

Consiglio di assaggiare prima di imbottigliare, a seconda dei gusti si può aggiungere un po' di zucchero, allungare con un po' di latte bollito se si desidera una bevanda meno alcolico (non troppo, serve una percentuale di alcool decente per conservare il prodotto!) oppure aggiungere un pizzico di peperoncino.


venerdì 15 novembre 2013

La Bestia e la Bella - I Venerdì del Libro

Siamo nel periodo "De Mari", autrice che stiamo imparando ad amare un po' tutti in famiglia.

Oggi vi segnalo e porto al Venerdì del Libro questo bellissimo racconto, di un'intensità commovente.
Sin dalle prime pagine mi sono sentita coinvolta e, come spesso accade nei libri di questa scrittrice dalle molteplici esperienze umane, sono "entrata" nella storia anche con i sentimenti, che si sono fusi con quelli dei protagonisti per tutto il piacevole tempo della lettura.

La storia è quella di un viziatissimo ed ottuso principe, incapace di governare decentemente il suo regno come di rendersi conto della sua inettitudine.
Nel freddo e piovoso 12 novembre del 1623 (che coincidenza! ho iniziato a leggere questo libro proprio il 12 novembre), mentre lo stolto si scalda oziando davanti ad un camino acceso e mangiando pasticcini, qualcuno bussa alla sua porta: è una vecchia intirizzita che cerca solo un riparo per la notte, ma lui la scaccia impietosamente, innescando una serie di eventi che lo porteranno a riscoprire la compassione e l'amore e a migliorarsi ricordandosi il suo passato e guardando al futuro con la nuova conoscenza del mondo al di fuori delle mura del suo castello.

Perfette le (poche) illustrazioni, forse un po' cupe, ma "intonate" al testo.

Una favola dolce e profonda, la consiglio dagli 8 anni, ma è adorabile anche se letta da grandi.




domenica 10 novembre 2013

Un bel tacer non fu mai scritto.

La tecnologia è una gran cosa, così come la libera circolazione di idee e notizie, ma il rovescio della medaglia è che molti, troppi, si riempiono la bocca (e i blog) di fesserie, di opinioni personali spacciate per vangelo, di visioni distorte dalla più becera ignoranza.

Un blog lo può aprire chiunque ed è facile scriverci sopra qualche riga (è evidente, lo sto facendo pure io in questo momento!) e non starò qui a fare il predicozzo sulle cialtronate, scritte in maniera pessima e seguite da centinaia di followers, che imperversano sul web; sui blog commerciali in cui l'avverbio "sì" viene costantemente scritto senza accento e in cui le virgole vengono sparse a caso insieme a refusi e errori (orrori) ortografici: chissà quanti ne scappano a me, che non sono certo una professoressa di italiano o un'accademica della crusca!

Ma, perdio!, un po' di umiltà e buonsenso ci vorrebbero.
Se un argomento non lo conosci o lo conosci solo per sentito vagheggiare, magari al giornale radio o nelle rubriche dei TG, non puoi ergerti a giudice, non hai il diritto di spacciare le tue "verità" decorate da pessima ironia sparsa come zucchero a velo su di una torta un po' bruciacchiata; è spacciare malainformazione (peggio dell'ignoranza, a mio parere) improvvisarsi esperti di realtà di cui non si ha proprio alba e tanto meno comprensione.

Fatto: mi sono sfogata.

venerdì 8 novembre 2013

Corso di disegno per bambini - I Venerdì del Libro

Le Edizioni Del Borgo, prodighe di manuali stimolanti e ben fatti, hanno in catalogo diversi volumi che insegnano tecniche di disegno.    


Noi ne abbiamo tre, utilissimi per insegnare a disegnare ai bambini come alle mamme (o ai papà o alle maestre che vogliano imparare a tratteggiare figure morbide e simpatiche per allietare pargoletti ed alunni) in maniera semplice e divertente.

Con l'aiuto delle illustrazioni che mostrano passo passo come da ovali, triangoli, cerchi e parallelepipedi di base si possano trarre pinguini, trattori, alberi o topolini, si sviluppa presto una nuova consapevolezza di forme e proporzioni che consente di animare i fogli bianchi con grande ed immediata soddisfazione.

Qui nella Casa di Hilde li troviamo utilissimi:








Consigli di lettura #14 - Stephanie Plum

Lo ammetto.
O, come si dice adesso, faccio outing: ho sviluppato una sorta di dipendenza dai libri di Janet Evanovich con protagonista la più buffa, realistica, improbabile cacciatrice di taglie mai apparsa sulla stampa.

Lei, Stephanie Plum, è una trentenne americana proveniente da una folcloristica famiglia di immigrati (la nonna Mazur è ungherese); un po' "tamarra", un po' infantile, decisamente testarda e umanamente simile a molte sue coetanee reali.

Lui (perché, ovviamente, c'è anche un Lui) è un affascinante poliziotto italo-americano cresciuto con lei nello stesso quartiere, detto "il Borgo", del New Jersey, duro fuori e tenero dentro per piacere a tutte le lettrici e impegnato in un eterno tira e molla con Stephanie.

L'Altro (certo, non può mancare un' Altro!) è un autentico, sexi cacciatore di taglie, misterioso e forte, di poche parole e di languide occhiate, in grado di scombussolare i sentimenti e gli ormoni della protagonista e, talvolta, delle lettrici.

Poi ci sono le strane famiglie dei protagonisti, la nonna di Steph e la sua simpatica follia, gli imbarazzanti inviti a pranzo nel quartiere, l'impresario di pompe funebri e i "piccoli incidenti" che in ogni libro accadono durante qualche veglia, il viscido cugino Vince e la sua agenzia diprestiti per cauzioni, la segretaria tosta e l'ex prostituta (un'enorme donnone di colore con improbabili minigonne aderenti e squillanti) con la passione per le Glock.
Senza contare le auto. in ogni romanzo Steph ne distrugge almeno una!

Certo, questo mio vizietto lo condivido con parecchie persone: la serie in questione, arrivata in Italia all'ottavo volume (in America sono già al , è forse la più richiesta nella nostra piccola biblioteca comunale, da uomini e donne di ogni età. L'autrice riesce a catturare il pensionato settantenne che abbandona momentaneamente Grisham, ma anche madri e figlie adolescenti che divorano una dopo l'altra i capitoli dell'accattivante storia. Anche il mio barbuto e scontroso marito meccanico aspetta trepidante ogni nuova uscita!

La serie aveva già avuto un tentativo di pubblicazione in Italia, ma con altri titoli e altra grafica di copertina è stato un insuccesso interroto dopo pochi libri (questo conferma come ci lasciamo guidare dalle apparenze!).
Ora la pubblicano Salani e, di solito a distanza di circa un anno, anche l'economica Tea.
Lo so: è un'operazione editoriale smaccatamente commerciale, ma è così piacevole da leggere!

Buona lettura a tutti! Ci vediamo sul Venerdì del Libro.



















lunedì 4 novembre 2013

Luci ed ombre dell'educare.


Con un po' di giorni di ritardo rilancio l'argomento passatomi dalla mia nuova, preziosa amica Viviana.

Per scrivere sull'educazione bisognerebbe disporre di una rubrica a puntate anche perché, come scritto su Wikipedia, "L'educazione è l'attività, influenzata nei diversi periodi storici dalle varie culture, volta allo sviluppo e alla formazione di conoscenze e facoltà mentali, sociali e comportamentali in un individuo", quindi sarebbero molti gli aspetti da analizzare.

Sullo sviluppo e la formazione di conoscenze e facoltà mentali mi diverto un sacco con i miei figli ad imparare osservando, a fare ricerche, a spiegare, a collegare, ad analizzare, a trasmettere loro la curiosità, il piacere e il desiderio di conoscere.

Per il resto combatto quotidianamente una dura battaglia per mantenere l'equilibrio tra la Me stessa che desidera il pensiero critico e l'indipendenza per i propri figli - e crede di ottenerli con il dialogo e la fiducia- e il mio Io terribilmente severo ed esigente, quello con la fissa delle regole, quello intransigente, quello che pretende(rebbe) disciplina e ambisce alla perfezione (ma tanto sono una mamma imperfetta), che è poi quella parte di me ferocemente autocritica che mi porta a mettere più attenzione in quello che faccio e, quindi, ad ascoltare anche la Me stessa di cui sopra.

In pratica cerco di barcamenarmi, tra sensi di colpa terribili e sprazzi di malcelato orgoglio, nel mare di difficoltà che comporta l'essere genitori oggi.

L'idea che mi sono fatta è che alla nostra generazione venga chiesto molto di più che alla precedente, inoltre ci propongono e propinano decine di metodi educativi diversi, ognuno dei quali spacciato come l'Unico Giusto, ognuno dei quali tende a colpevolizzare e condannare ciò che è diverso.
Alla fine il rischio è quello di irrigidirsi in posizioni che non tengono conto del contesto in cui si vive, delle diversità naturalmente presenti tra un bambino e l'altro, della situazione famigliare e delle tante altre variabili che si possono presentare di volta in volta.

Quello che so, però, è che crescere dei figli significa crescere con loro.
Dedicare loro tempo, energie ed attenzione porta anche a migliorare sé stessi ed io sono grata ai miei tre figli per tutto quello che, a volte inconsapevolmente, mi insegnano.

Un'altra cosa di cui sono certa è che per me educare, nel senso sociale del termine, significa principalmente trasmettere compassione, rispetto, gentilezza; significa insegnargli a non prevaricare, senza per questo sottomettersi ai prevaricatori; significa stare alle regole, ma combatterle quando sono ingiuste, a costo di passare alla disobbedienza civile; significa far sapere che il potere è una cosa che puoi dare o togliere, che per questo i "potenti" non si devono temere; significa insegnare a ragionare anche sul lungo termine, sulle conseguenze delle proprie azioni.

A volte è snervante, più spesso di quanto si vorrebbe si sbaglia, in certi giorni ti senti a pezzi e ti verrebbe da piangere per quanto vedi tutto nero... ma, tirando le somme, l'impegno che si impiega nell'educare è ben ripagato dal vedere i bambini che, crescendo, sanno essere liberi conservando l'attenzione ai bisogni e alle esigenze delle altre persone (o piante, o animali), particolare di non poco conto, perché il rispetto per sé stessi non può essere svincolato dal rispetto verso gli altri.


Qui trovate l'elenco dei post su quest'argomento, aggiungetevi pure nei commenti.

Sara
Lunamonda
LibereLettere
Timo il Bruco
Latte&Champagne


Lancio la palla a Il mondo di Cì, a Voglio una mela blu e a My side of the lake, ovviamente senza obblighi.

Questo post partecipa all’iniziativa: