mercoledì 4 dicembre 2013

Un cestino per la nonna


Dopo aver preparato il cesto per la nonna materna di Iuri, l'ho guardato attentamente e la semplicità del suo contenuto mi ha colpita.
Positivamente, ovvio.
Un senso di benessere e di orgogliosa pace ha invaso la mia mente ed il mio cuore nel rendermi conto dell'amore che impregnava quelle poche, semplici cose.

Una bottiglia (riciclata) con del brodo. Brodo fatto con le verdure del mio orto, le erbe aromatiche che ho raccolto qui intorno e i pezzi più "difficili" di una gallina del pollaio di mia suocera, più qualche ottima crosta di formaggio locale, ripulita e preziosa.

Un pezzo di crostata. Ho fatto la frolla col burro delle malghe locali e le uova delle galline della nonna e la marmellata con le pere e le mele che la nonna ha raccolto da un frutteto in stato di abbandono, più un pizzico di zenzero e di cannella del commercio equo. Ho rivisto con gli occhi della mente la nonna posare il bastone che l'aiuta a camminare sulla sua carriola e, con quella, avanzare lentamente alla ricerca dei frutti migliori; gesti antichi e per lei abituali, ma carichi di amore e rispetto e sapienza contadina.

Un sacchetto di cavolo cappuccio già tagliato a strisce sottilissime. Le piantine giovani che ho trapiantato nel mio orto mi sono state donate dalla "muma" (una parola che indica le prozie), che da sempre riproduce la semenza della varietà antica coltivata nel mio borgo.
La terra che coltiviamo era quella che l'altra nonna di Iuri, sorella di mia nonna, sfalciava decenni fa, prima di vendere a dei forestieri.

Un contenitore con le mie carote, cucinate in rondelline sul fuoco di pigne e legna che scalda la nostra casa.

Un sacco con le foglie più esterne dei cavoli, per le galline che ci forniscono le uova.

Un biglietto con poche parole d'amore, ché anche se la nonna fa la dura e non è abituata alle smancerie, io so che le faranno piacere, come ho provato piacere io nello scriverle.

Ecco. Tutto qui. Ma ho visto il vero valore di queste poche, preziose cose.
Cibi del suo paese, a lei che da più di sessant'anni vive fuori da qui, non lontano, ma in un paese diverso, con un dialetto diverso, con memorie diverse.
Cibi preparati con amore, che fanno parte di un circuito di doni e scambi ricchi di altrettanto amore.

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