giovedì 19 dicembre 2013

Bulli e Pupe


Da tempo ormai la televisione (e quindi noi adulti che offriamo certi programmi) ha sdoganato e propone dinamiche interpersonali standardizzate, basate sulla (non so se reale o, anche lì, dopata) realtà dei licei americani, con la classica contrapposizione di un gruppo di teenager affascinanti e realizzati (col leader indiscusso e generalmente dispotico, i suoi "braccio destro" e "braccio sinistro" e i gregari) da una parte e lo "sfigato" di turno e due o tre amici suoi dall'altra.
Tutto intorno licei pieni di disinteresse, omertà e ignavia, quando non complicità.

Certo, gli sceneggiatori ci dicono che la vittima, il nerd, avrà poi la sua rivincita, ma non credo sia poi un così buon insegnamento.
Intanto perché, se e quando questa rivalsa avviene, avviene solo perché si scopre che in realtà l'emarginato eccelle segretamente proprio in quei campi che vengono considerati "importanti": la moda, l'estetica (ti sembra brutto/a perché porta gli occhiali, l'apparecchio e i vestiti non alla moda, ma poi, di nascosto, si trucca, si mette le lenti e qualcosa con un brand addosso et voilà! Ecco la trasformazione da bruco a farfalla!), il ballo o il canto.

Poi perché stiamo passando l'idea che questo sia l'unico modello comportamentale a disposizione.

Quindi i bambini, che non sono mica stupidi, sanno benissimo che il modello che gli stiamo proponendo è quello di "bello, ricco, alla moda" = "potente, ammirato". E sanno anche perfettamente che non ci crediamo nemmeno noi quando gli raccontiamo la storiella che la prepotenza non paga.
E si comportano di conseguenza.

Bambine di otto, nove, dieci anni ormai si rapportano agli altri basandosi su dinamiche malate, proposte da adulti ad un pubblico teoricamente adolescente, ma ormai dati in pasto senza alcun controllo critico già a bambine della scuola dell'infanzia, senza alcun controllo.

I bambini veri, quelli che ancora vengono cresciuti senza queste allucinanti proposte, non possono che soffrirne, perché non sanno come difendersi, non capiscono tali rapporti, non ne vedono (giustamente) il senso.

Ma anche questi poveri figli della televisione ne soffrono e ne soffriranno, per quanto in modo diverso, perché vengono privati di un'infanzia vera, pulita, sincera, naturale; un'infanzia in cui esistono, ovviamente, screzi, liti e piccole e grandi cattiverie, ma sono in qualche modo limitate e "spontanee".

Troppo spesso quindi sottovalutiamo i bambini e le nuove forme di bullismo e di rapporti (dis)umani che a volte creano perché non teniamo conto dei modelli sociali che gli presentiamo fin dalla più tenera età.

Gli adulti devono riprendersi il ruolo di educatori, guidando i bambini (e sé stessi) in una gestione pacifica dei conflitti, insegnando (e imparando) il rispetto, anche nei casi in cui una persona non ti piaccia.
Noi dobbiamo mostrare ai bambini altre possibilità, altri modelli, un'altra maniera di vivere in società. Un modo di rapportarsi migliore, meno prepotente e meno succube.

Dobbiamo gettare le basi per creare una società almeno un po' più giusta, perché provarci è il minimo.
Perché per migliorare il mondo si comincia dalle famiglie, dalle comunità, dalle scuole, dai paesi.

Perché non possiamo continuare a delegare e lamentarci: dobbiamo impegnarci per primi per migliorare.
Lo dobbiamo ai nostri figli e, perché no, a noi stessi.

5 commenti:

  1. Condiviso sul blogghetto perchè fa proprio riflettere :)

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    1. Grazie Cristina, mi piacerebbe proprio aprire una discussione a più voci e a più regioni, foss'anche solo preventivamente, sulle moderne dinamiche interpersonali e sulle nuove forme di bullismo.
      Uno scambio di idee tra blogger, che coinvolga prof e genitori, per riflettere insieme su come aiutare i nostri bambini a crescere e a creare una società migliore (ambiziosa, eh?!).
      A presto!

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  2. La penso come te, è un vero problema però, perché siamo troppo pochi ad essercene accorti.

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    1. Speriamo che pian piano sempre più persone ci riflettano su. Basterebbe prendere consapevolezza...

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