mercoledì 23 ottobre 2013

Cos'è la decrescita felice. Ma, sopratutto, cosa non è.

Leggo sempre più spesso opinioni furbescamente raffazzonate e descrizioni ignoranti ma ammiccanti che riguardano la decrescita; post che vorrebbero essere articoli smontano il movimento sostenuto da Serge Latouche come un'irritante utopia, irrealizzabile alla resa dei conti, o confondono la recessione, la perdita del lavoro, i problemi economici con la Decrescita.

Ma cos'è la Decrescita Felice? Cosa si prefigge il Movimento che la sostiene? Come si decresce?

Posto che non credo ci sia una ricetta valida per tutti, considerata proprio la natura di questa nuova/vecchia visione, comincerei col dire che cosa non è.

Decrescita Felice. Notare l'aggettivo che accompagna questo termine che indica una scelta.

Decrescita non è quando, costretti da un improvviso licenziamento e/o obbligati dalla maternità e dal conseguente mantenimento dei figli, si "tira la cinghia" sognando spese pazze e sospirando di rimpianto pensando alla propria vecchia vita da yuppie.

Decrescita non significa fare momentaneamente più attenzione all'economia domestica, sperando che tornino al più presto gli anni di vacche grasse.

Decrescita non può essere non uscire la sera a gozzovigliare o a ballare in discoteca bevendo cocktail alla moda solo perché si è diventati genitori.

Decrescita non è mangiare farro-kamut-bio-formaggi di capra perché fa molto eco-chic; non è imparare a tricottare per avere la scusa di fare shopping nelle mederne boutique di lane e filati; non è dedicarsi al decoupage o ad altre simpatiche (e trendy, perché non dirlo?) attività di "bricolage femminile" saccheggiando colorifici e grandi magazzini della manualità: questo si chiama shopping, come quello che si faceva prima, ma pitturato di verde (forse è bene puntualizzare che non ho niente contro queste attività: semplicemente non ritengo siano sinonimi di decrescita).

Quando leggete sciocchezze come "ma quanto è cara e triste la decrescita", sappiate semplicemente di essere di fronte all'uso sconsiderato di un termine su cui si sta facendo troppa confusione.

Io non sono certo una virtuosa in questo campo, ma posso dire di aver fatto insieme a mio marito una scelta di decrescita, ormai da quasi dieci anni, a volte facendo grossi passi avanti, altre un po' a gambero, ma sempre con consapevolezza.

La mia esperienza mi dice che è un processo piuttosto graduale, che non si può certo improvvisare, anche se questa non dev'essere la scusa per procrastinare.

Quindi, da oggi, vorrei aggiungere una piccola rubrica a questo mio blog senza pretese: cercherò di raccontare i nostri tentativi di Decrescita Felice (qui il decalogo) , non per arroganza, ma per condividere le nostre esperienze, quello che stiamo imparando, le difficoltà e le soddisfazioni di una scelta di vita che guarda al futuro.

E se qualcuno di voi volesse contribuire raccontandomi altri (s)punti di vista, ben venga!: potremmo creare un nuovo progetto di condivisione.

CONDIVIDI LA TUA DECRESCITA FELICE:
gioie e dolori di una scelta consapevole.

2 commenti:

  1. Non so che dire, siete grandi! (e ci mancate.. ;) )
    bacio!!

    P.S. Il cavallo del nonnino...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma va'! Diciamo che ci proviamo...
      Anche voi ci mancate e non hai idea di quante volte abbiamo ripetuto quella filastrocca! :)

      Elimina

I vostri commenti sono graditi.