mercoledì 3 luglio 2013

Costruire mulini a vento...


Spesso nei piccoli borghi i ruoli vanno a sovrapporsi, comportando difficoltà se non si impara a scindere in qualche modo le competenze: impariamo ad ammettere -per esempio- quando il nostro vicino, che ci sta antipatico magari per rancori di vecchia data, è invece molto bravo nel suo lavoro; la persona che non ammiro per le sue idee politiche può invece essere apprezzata nel contributo che può dare all'organizzazione di eventi.

Riqualificando le persone che spesso vengono lasciate in disparte, il paese intero ne trae vantaggio, con collaborazioni inaspettate e fruttuose e con l'attenuazione di rancori inutili e dannosi.

È chiaro che il benessere e la gestione locale non possono essere monopolio di pochi "clan": porterebbe inevitabilmente ad una chiusura mentale ed alla presunzione di quei pochi che si sentirebbero onnipotenti (mentre appare ovvio che per far funzionare bene un paese essi non possono bastare), mentre dall'altra parte le persone escluse da questo sistema coverebbero rancore, quando invece basterebbe riconoscerne le potenzialità e  dar loro modo di esprimere ciò che di meglio possono offrire per immettere linfa vitale nel nostro paese-sistema.

Lasciando da parte gli arrivismi e gli egoismi personali, dobbiamo imparare a cooperare, lavorando in sinergia tra i vari piccoli gruppi già attivi o ancora da creare per perseguire l'obiettivo comune di un'armonia locale.

Perché credo che sia dall'armonia a livello locale che si debba cominciare la rivoluzione dolce che ci porterà a migliorare l'intera Nazione.


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