mercoledì 1 maggio 2013

Piccola storia dell'orto naïf di Pileikele. 1


Questa è la storia del piccolo orto di Pileikele, e di come ho imparato ad autoprodurre buona parte delle verdure necessarie alla mia famiglia.
Un orto in crescita, come me, come noi, come il numero degli abitanti di questa casa.

Un orto decisamente naïf e un po' anarchico, dove alcune “erbacce” non solo vengono tollerate, addirittura a volte incentivate!
A tratti caotico, fiorito e generoso, il nostro orticello è giovane giovane, dato che l'abbiamo imbastito subito dopo aver comprato la casa in cui viviamo, 6 anni e mezzo fa.

Non c'era nulla, solo un prato incolto e pieno di “lingue di vacca” e sassi; abbiamo scavato con la terna, abbiamo portato della terra (purtroppo argillosa) da un cantiere che doveva smaltirla, abbiamo concimato con tanto, tanto letame, abbiamo fatto il sentiero con del materiale da costruzione che avanzava, delimitato l'area con vecchio tavolame riciclato, costruito la recinzione “provvisoria stabile” perché i caprioli e i cervi non si mangiassero tutto il raccolto e la volpe e il gatto non lo usassero come lettiera. 

Ecco il mio grande, quand'era piccolo, all'opera . ^_^


H1 era piccolo quando sono iniziati i lavori, aveva 16 mesi ed era in pieno spannolinamento, quindi spesso trotterellava in giro con stivali di gomma, maglia e il culetto al vento... mia madre, scandalizzata, diceva che eravamo peggio degli zingari, ma quanto ci siamo divertiti!



Harald piccino aveva già tanta voglia di aiutare...
Il primo trapianto













Ora il mio “grande” sa voltare la terra con la forca e preparare i “plet” (le aiuole in cui si semina) come un vero agricoltore.

Poi è arrivata anche la piccola H2, che ha subito preso in mano la situazione (e l'annaffiatoio) ed è entrata felicemente nel ruolo della piccola contadinella, cercando di scansare certi compiti a favore di altri più graditi come semine e irrigazioni.


Hilde collaborativa
Bionda in campo!






















Adesso è il turno di B., che piano piano imparerà a riconoscere le piante da estirpare e le “erbacce” utili da tenere, magari controllando che non invadano le colture: camomilla, borragine, equiseto, violette, silene, tarassaco, buon enrico (spinacio selvatico), qualche ortica, sono tutte gradite anche quando si insinuano nei sentieri tra i porri e il radicchio.

(...)



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