lunedì 14 gennaio 2013

Quando un settenne parla di Democrazia...


Concorderete con me che ogni momento è buono per parlare di Democrazia con i propri figli; be', forse non proprio ogni momento.... non magari mentre li stai obbligando a mangiare la minestra di zucca che non gli piace più o stai imponendo come un gerarca le regole di casa... ;)
Ma, insomma, ieri sera, al momento della buona notte, Harald mi ha chiesto perché non ci lasciano ampliare la nostra minuscola casetta -in cui nemmeno i 7 nani starebbero comodi-, nonostante certe promesse pluriennali.
Gli ho spiegato che, sul terreno su cui sorge la casa, è stato aggiunto un vincolo che definisce la zona come "a rischio frane e smottamenti", e che per questo motivo si è bloccato tutto. Ho poi aggiunto la cronistoria delle bugie, delle omissioni e del disinteresse da parte del politico di turno e -per spiegargli la mia frustrazione- di come stiamo aspettando da anni (!) che l'ufficio tecnico metta mano alla nostra richiesta di cambio di destinazione d'uso di un terreno che abbiamo vicino a casa, che ci consentirebbe almeno di costruire lì.
Ovviamente, il pupo fa domande, e non si capacita dell'incompetenza e della leggerezza degli adulti in queste situazioni, così, una spiegazione tira l'altra, siamo giunti alla conclusione che:
chi viene eletto -sindaco, consigliere, assessore, parlamentare ecc..- è lì per rappresentarci, non per comandare e che il principio si dovrebbe estendere anche a chi lavora negli uffici pubblici ("Ma come, mamma? In Ufficio tecnico ci mettono più di 3 anni a fare una firma? Nemmeno io ci impiego tanto tempo!" Il candore dei bambini...); conseguentemente ne abbiamo dedotto che, dato che queste persone vengono stipendiate con le nostre tasse e i nostri soldini, sono nostri dipendenti; appurato poi che, se un operaio del prosciuttificio vicino si rifiuta di fare il suo lavoro rischia concretamente di perdere il posto, gli ho chiesto di ricordarsi, quando sarà grande, che -alla stessa maniera- bisognerebbe "licenziare" anche sindaci, onorevoli e incompetenti vari.

Gli ho poi fatto un'esempio per spiegargli come a volte funzionano le cose in Italia:
Noi siamo in 5, io sono il "tesoriere" della dispensa. All'ora di pranzo vedo che ci sono 10 spaghetti: potrei dividerli equamente, ma se penso di essere furba, ne nascondo 1 da mangiare di nascosto e divido i restanti lasciandone uno solo all'ultimo arrivato (Bjorn) e due a chi rimane. Io, però, in realtà ne mangio tre: con due sarei stata comunque sazia, il terzo era un capriccio e per averlo ho lasciato qualcuno affamato.
Può succedere che Harald mi scopra e, se anche lui pensa di essere un furbetto, non mi "denunci": d'altronde lui la sua parte l'ha avuta comunque, cosa può interessargli se Bjorn ci ha rimesso? E poi, se sta zitto, potrebbe essere che la prossima volta riesca anche lui ad approfittare della "falla" nel sistema, sperando di ricavarne qualcosa alle spalle degli altri.
Insomma, spesso gli adulti lasciano che il sistema sia marcio perché vorrebbero anche loro mangiare alla greppia con gli altri porci.

A questo punto ne ho approfittato per smontare l'ultimo insegnamento scolastico (alla recita natalizia hanno fatto dire ai bambini che la furbizia e uno dei "doni invisibili" più importanti *_*) e spiegargli che le qualità che davvero deve coltivare sono Saggezza, Equità e Compassione.
E, sopratutto, che non è mai giusto "fare i furbi" quando la tua furbizia viene pagata a caro prezzo da qualcun'altro.

Ah, se se lo ricordassero anche tanti adulti!
Però, che utile pro-memoria è parlare con un bambino curioso!

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