venerdì 11 gennaio 2013

Consigli di lettura 3 - L'ALLIEVA


Questo è un periodo di scarse possibilità di acquisto libri, quindi, finiti quelli che mi intrigavano di più, sono passata alla ri-lettura di alcuni titoli che avevo relegato -chiusi in scatoloni sigillati- nello stavolo di mia madre in occasione del trasloco di più di due anni fa.
 Inoltre ho cominciato a prendere in mano i romanzi acquisiti dalla biblioteca comunale nel corso dell'anno appena passato che ancora non avevo "attaccato".

Uno di questi è "L'allieva" di Alessia Gazzola, di cui alcune recensioni mi avevano stuzzicata.
 Non è però certo una'opera che ti arricchisca, potrei anzi dire che è puro svago, tra l'altro personalmente lo trovo -specie nel primo centinaio di pagine- piuttosto deludente, con una sbandierata ironia fatta spesso di citazioni pop e tipica della mia generazione (sarà che sono abituata all'umorismo di scuola anglosassone, che preferisco nettamente, e a una certa ironia nordica, penso ai libri di Paasilinna) che onestamente non trovo così brillante né originale.
 Intendiamoci, non che sia proprio brutto, ma, come molti romanzi ormai, sembra uscito da una scuola di scrittura, l'ennesima opera della produzione letteraria "consumistica" che caratterizza certa moderna editoria, quella fabbrica dell'intrattenimento letterario che mercifica la letteratura e la rende un prodotto "usa e getta" come tanti altri, buono per poter dire "leggo molti libri", ma non culturalmente migliore di certe serie televisive; anzi, a tratti sembra proprio una sceneggiatura, studiato per "catturare" l'attenzione, ammiccare al lettore sempre senza risultare impegnativo, senza il "fastidio" di dover riflettere su ciò che si sta leggendo.

 Indubbiamente scorrevole (di certo si legge velocemente, nonostante le sue 374 pagine), pecca però di "maladescrizione": riempie cioè interi paragrafi con nomi di marchi famosi per illustrare alcuni personaggi o situazioni, dando per scontato che il lettore visualizzi, al nome Gucci o Vuitton, oggetti, foulard, portafogli o automobili; usanza che ritrovo spesso anche in altri scrittori, ma che mi infastidisce ogni volta.
 Inoltre l'impressione è di una certa anglofilia, con molte espressioni inglesi a sostituire gli equivalenti italiani, e quello che definirei un multiculturalismo di facciata, standardizzato talmente tanto da risultare indifferente l'ambientazione: le vicende si svolgono a Roma, ma spesso sembra di leggere una storia americana.

 Insomma, per quanto complessivamente ben scritto e spiritoso, trovo che sia una lettura prescindibile; ma, in quanto facile e "leggera", adattissima al mio stato febbrile di questi giorni: qualche volta servono anche i libri poco impegnativi, mica si può sempre leggere saggi e classici! Quindi, in edizione economica, comprerò per la biblioteca anche i prossimi capitoli di questa nuova saga e me li leggerò con la trasgressione con cui si mangia un croccante di arachidi: non è certo necessario, dura poco e non ti offrirà proprio tutte le sostanze nutritive di cui hai bisogno, ma è piccolo piacere che, goduto di tanto in tanto, non fa troppo male.




LIBRI IN TRANSITO
(I libri sul comodino negli ultimi 15 gg.)



Luciana Borsatti:  Verzegnis 1878-79: Un caso di isteria collettiva in Carnia alla fine dell'Ottocento (sulle tristemente famose "indemoniate di Verzegnis")

Shalom Auslander:  Il lamento del prepuzio (davvero meritevole)

Piergiorgio Odifreddi:  Il matematico impertinente

Bjorn Larsson:  La vera storia del pirata Long John Silver



Questo post partecipa al venerdì del libro di HMM.


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