martedì 29 gennaio 2013

La Ballata di Hansel e Gretel

Resoconto fotografico della lettura in biblioteca del 26/01/2013



Lettura tratta dal libro di Roberto Piumini e Emanuela Bussolani
"Fiabe per occhi e per bocca"

La Ballata di Hansel e Gretel





Gli adulti che si sono divertiti tantissimo a "musicare" la favola

La casetta di pandizenzero, opera della bibliotecaria (cioè io).
Bambine felici.

Scateniamo la creatività!







               Alla prossima lettura!
Le frittelle di mamma Elena... buonissime!

Capolinea


Questo modo di vivere, legato al capitalismo e alla "crescita del PIL", sta arrivando al capolinea e credo che l'unica maniera per uscirne senza "ossa rotte" sia educare noi stessi e i nostri figli a vedere le cose per come sono in realtà: il mito dell'abbondanza che ci circonda, basato sulla frustrazione e sull'insoddisfazione; l'usa e getta smodato che ci sembra conveniente ma che paghiamo carissimo in termini di inquinamento e sfruttamento dei lavoratori (sappiamo tutti che è più conveniente cambiare telefonino piuttosto che farlo aggiustare... e così con tanti altri prodotti, dai vestiti ai giochi, dai mobili alle attrezzature per il bricolage); l'ipocrisia delle parole dei media, che accusano la montagna di essere assassina, la natura di essere avara, il clima di essere folle, le mucche di essere pazze e i fiumi che esondano diventano colpevoli di danneggiamenti e morti, quando, invece, i pazzi siamo evidentemente noi.

Guardiamo in faccia la realtà: la natura è generosa, al contrario degli uomini avari e delle multinazionali che la vogliono rendere sterile creando sementi modificate, sfruttandola e imbrigliandola in maniera sconsiderata e cieca; ragioniamo insieme ai bambini sulla possibilità (o meglio, l'impossibilità) di continuare con una crescita infinita in un mondo "finito", dove ogni cosa è sempre stata regolata in maniera ciclica; osserviamo insieme a loro la natura, la vita dei semi, il ciclo dell'acqua, la formazione dell'humus e il lavorìo dei piccoli organismi che lavorano sottoterra; re-impariamo ad ammirare il nascere, morire e rinascere delle stagioni e della Terra intorno a noi.
Sicuramente questi ragionamenti ci saranno d'aiuto nel comprendere quanta follia c'è nello stile di vita che abbiamo tenuto nell'ultimo secolo.
Sicuramente i bambini, curiosi per natura e senza troppi condizionamenti mentali, ci aiuteranno a crescere e a diventare più saggi, noi e loro, insieme.

lunedì 28 gennaio 2013

Questione di razza

Un paio di anni or sono, un signore molto distinto si presentò in biblioteca, attirato dal museo storiografico soprastante. Dopo avergli fatto visitare la mostra, chiacchierammo un po' tra i libri e, con sommo piacere, "scoprii" una persona interessantissima.

Poco tempo dopo mi venne recapitato un pacchetto contenente due libri: "Questione di Razza" e "Sono razzista, ma sto cercando di smettere", gentilmente spediti dal visitatore interessante.

Era Guido Barbujani, nientepopò di meno.



Per la cronaca, questi due libri sono godibilissimi e ve li consiglio caldamente.

Che bello lavorare in biblioteca!

venerdì 25 gennaio 2013

Consigli di letture 4


BJORN LARSSON:  LA VERA STORIA DEL PIRATA LONG JOHN SILVER

Giunto alla fine della sua rocambolesca vita, John Silver decide di lasciare una testimonianza scritta e, finalmente, veritiera del suo passato. Scopriamo così dei suoi colloqui con Defoe in una bettola londinese, di come è arrivato ad essere un pirata, della sua infanzia e del suo girovagare.
Larsson ci restituisce l'enigmatico personaggio che Stevenson aveva fatto sparire così misteriosamente ne "L'isola del Tesoro", donandogli un carattere sfaccettato ma coerente, riflessivo e arguto quanto basta per far sì che i suoi ragionamenti ci contagino e ci mostrino il mondo e l'ipocrisia dei "giusti" e dei "malvagi".
L'autore, attraverso questo personaggio così "autentico" ci istruisce sulla Storia settecentesca: il mondo variegato della pirateria e il suo stretto rapporto con il commercio e la Corona; le navi negriere e il ruolo della Chiesa nella tratta degli schiavi; la vita terribile dei marinai, dall'imbarco spesso forzato alle angherie dei capitani; il contrabbando, le feroci ingiustizie sociali contro cui si ribellavano i gentiluomini di ventura; le presunte ragioni e i supposti torti di un sistema marcio e corrotto che rende questo libro godibilissimo e attuale nonostante il soggetto.
Descrizioni precise al punto di farti sentire lo sciabordio delle onde e il rollio della nave completano l'opera donandoci una lettura appassionante e gustosa.

Ecco, un libro che ho davvero amato, che mi ha lasciato nella mente e nel cuore un'impronta speciale; un libro da cui sicuramente non mi separerò.




LIBRI IN TRANSITO
(I libri sul comodino negli ultimi 15 gg.)



Janne Teller:   L'isola di Odino  (altro libro bellissimo in edizione Iperborea)

Bruno Munari:   Disegnare un albero

Hella Haasse:      Genius Loci

Luciana Borsatti :   Verzegnis 1878-79: Un caso di isteria collettiva in Carnia alla fine dell'Ottocento.

A. Paasilinna, H. Lukkarinen    : Il carpentiere volante (Graphic novel in edizione BD, meritevole)


Anche oggi vado a trovare Paola.




giovedì 24 gennaio 2013

Carnevale e costumi


Lunedì assemblea a scuola per decidere il tema del Carnevale dei Bambini: eh, sì, perché qui il carnevale è molto sentito e i bambini di venerdì sfilano per tutto il paese, partendo dalla scuola e passando nelle strade principali e nelle locande, nei bar e nei ristoranti, seguiti da qualche musicista e da un po' di genitori e, alla fine, si fa festa tutti assieme intorno ad una tavolata imbandita con golosità di ogni sorta portate dalle mamme.

Quindi, tornando al nostro tema, quest'anno non è difficile e abbiamo seguito i suggerimenti dei bambini assestandoci su "fiabe, favole e miti". Ho già qualche idea in ballo, ma siccome sono top secret, non ve le farò vedere, non ancora.
In compenso vi mostrerò i costumi che ho fatto l'anno scorso, con un po' di pannolenci che avevo in casa e poco altro.
Il tema era "Frutta nelle scuole", quindi via di frutta e verdura a go-go!

 Per il cappello della fragolina ho trovato le istruzioni qui e l'ho fatto fare alla mia bravissima suocera con un po' di avanzi di lana...
C'erano anche il limone e l'arancia, bellissimi.





  
Zuccona
Per la zucca, l'idea è altrettanto semplice: basta acquistare mooolti metri di nastro largo di tulle (in qualsiasi sito che venda materiale per bomboniere) e tagliarlo in strisce lunghe un po' più del doppio di quella che volete sia la lunghezza finale del tutù. Le si piega a metà nel senso della lunghezza e si "annodano" attorno a un elastico ricoperto di tessuto (di quelli che io uso in abbondanza per stringere i pantaloni ai miei magrissimi figli); in pratica, si fanno passare le "code" del nastro dentro al "cappio" che si forma naturalmente all'altro lato, tenendo in mezzo l'elastico. Oh, insomma, è più semplice a farsi che a dirsi!
Per il cappello, ritagli di pannolenci e un po' di fantasia.
(Notare il fiore di zucca con foglia attaccato in vita... Per dare la forma alle foglie e farle stare rigide, ho usato fil di ferro che mi è servito anche per fare i pistillini del fiore. )




Vi piace il mio baccello di piselli?

mercoledì 23 gennaio 2013

Andreis e Clauzetto


Questo post è un omaggio a tanti amici e amiche: è un omaggio a Silvia e Camilla e a Measachair, perché la panchina che ho trovato per strada sembra  essere lì in attesa di loro;
è un viaggio emotivo, dato che parla della gita del mese scorso verso la Pedemontana (Friuli), in posti tanto belli da emozionarmi.

Emozioni anche perché andavo incontro ad Amici, di quelli con la A maiuscola:
il pastore Sandro che non vedevo da anni al quale sono affezionatissima e la web amica Anna Amaryllis, che finalmente ho potuto abbracciare di persona, col suo simpaticissimo marito sforna-torte-di-mele.

Ad Andreis abbiamo visto lo spettacolo di decine e decine di alberi di natale addobbati con fantasia e riciclo, abbiamo visitato musei e mostre e spiegato un po' di storia ai bambini:



    

E a Clauzetto ci si è aperto davanti agli occhi lo spettacolo magnifico del Friuli visto dal suo "balcone"; ma, cosa ancor più importante, l'emozione di trovarsi di nuovo con un amico, un amico buono, uno di quegli amici che guai a non incontrarli nella vita. 
 E poi l'accoglienza calorosa dei suoi abitanti, impegnati nel loro primo, riuscitissimo mercatino natalizio: autentico e simpatico, mi ha fatto venire voglia di tornarci.
C'erano persino le asinelle per i bambini...





  Infine, è un omaggio agli anziani e al saper fare di una volta, che la cara Anna ci ha mostrato nel museo delle arti e dei mestieri...






Sicuramente è un post un po' sconclusionato, ma è quello che spesso capita con le emozioni. :)

martedì 22 gennaio 2013

Carnevale e crostoli

Quest'anno abbiamo decisamente poco tempo per far frittelle e crostoli (o chiacchiere, frappe... come volete), anche perché il Carnevale cade decisamente presto.
Comunque, ecco la ricetta che uso con successo da anni:

INGREDIENTI:

500 gr farina, 80 gr zucchero,  70 gr burro,  3 uova,  3 cucchiai di Marsala,  vanillina o scorza gratuggiata di arancia,  abbondante olio di semi e zucchero a velo per completare.

Dopo aver impastato la farina con lo zucchero, le uova, il burro, il Marsala e gli aromi, lasciare riposare la pasta per almeno un quarto d'ora, dopodiché tirarla con un mattarello in una sfoglia non troppo sottile.

A questo punto io prendo un pezzetto alla volta di impasto e lo tiro bene sottilissimo con la macchinetta a manovella per fare la pasta... avete presente, no? mia sorella la chiama la "nonnapapera".
Quando la sfoglia è ben tirata, la taglio con la rotella ondulata e pratico anche delle incisioni nel centro di ogni "straccetto"; ne butto poi 3 o 4 alla volta nell'olio bollente girandoli di tanto in tanto perché non si brucino.
Quando sono dorati si asciugano bene su carta da cucina, si spolverano di zucchero e ci si gode la propria opera.

lunedì 21 gennaio 2013

No alla pubblicità!


Sotto l'albero addobbato, durante le scorse festività, i miei bambini hanno trovato anche delle confezioni di costruzioni Duplo e Unico (i compatibili più a buon mercato): sono giochi che danno sempre soddisfazione e li usano tutti e tre, nonostante la differenza di età.
Ma come ogni prodotto commerciale, puntano molto sulla pubblicità e così, oltre ai mattoncini, ai personaggi e agli animaletti, dentro le scatole c'erano dei piccoli fascicoletti con illustrati altri set in vendita: dalla cava di pietra completa di ruspe alla villa coi lettini e il bagno.

Ovviamente, al primo commento tipo "Oh, che peccato che non abbiamo anche questo!", ho colto l'occasione per parlare coi due più grandicelli, chiedendo, spiegando e confrontandoci.
Sono riuscita a non perdere la calma e a spiegare che anche a me piacciono molto quei giocattoli e che anch'io, di primo acchito, ho provato il desiderio di comprargli anche quelli.
Ma li ho anche fatti riflettere sul perché le pubblicità vengano inserite nelle confezioni di giochi e sui sentimenti negativi che possono suscitare. Sì, perché invece di gioire per i regali ricevuti, stavano per rovinarsi la giornata con la tristezza dovuta al non averne altri e questo sarebbe stato sciocco! Ma come? Invece di giocare guardiamo le immagini di una pubblicità? E se poi io comprassi un'altra confezione, anche lì troveremmo una nuova pubblicità che ci farebbe sembrare "inadeguato" il nostro angolo delle costruzioni!

Così abbiamo potuto parlare di come questa società si basi sulla frustrazione delle persone, che spesso non sanno più gioire di quello che hanno o fanno, ma che desiderano sempre qualcosa di più, in un'eterna corsa verso il nulla dell'insoddisfazione.
Lavoriamo come matti per pagarci sempre nuovi sfizi che non riusciamo a godere per mancanza di tempo!
Oppure, anche quando potremmo finalmente apprezzare ciò che abbiamo conquistato, guardiamo con cupidigia alla novità pubblicizzata o alla versione più moderna, più bella, più alla moda del nostro vicino.

I bambini hanno capito al volo il concetto -la quattrenne Hilde ha fatto un po' più fatica, ma c'è arrivata prima di tanti adulti che conosco- e così abbiamo proseguito giocando e chiacchierando, felici di non essere caduti nel tranello dell'insoddisfazione e tirando fuori tutta la fantasia di cui siamo stati capaci.

Giocare senza giocattoli...




Grazie, figli miei, che mi state accompagnando nella mia crescita personale e che mi insegnate ogni giorno ad essere un po' più saggia.



venerdì 18 gennaio 2013

Una sera prima della prima

Questo libro di Beatrice Masini con affascinanti illustrazioni di Giovanni Manna è un ottimo primo approccio al mondo dell'opera.
Lo comprai, non senza una notevole botta di fortuna, in edicola quando il mio grande era ancora troppo piccolo per apprezzare, e sono ancora convinta di aver fatto benissimo, dato che ora lo cerca da solo: la storia dei due piccioni che, ovviamente dalla piccionaia, spiano la prova generale dell'Aida al Teatro alla Scala; la stagione è quella del 2006/2007 e i nostri pennuti, in quella fredda serata di dicembre, osserveranno non visti il capolavoro di Verdi, mentre il piccione più "navigato" spiega al suo compagno e a noi la storia, il teatro e l'allestimento.
In allegato c'è il cd, con la storia narrata e stralci dell'opera, nelle ultime pagine del volume, invece, troviamo brevi capitoli dedicati al Teatro, al compositore e ai "dietro le quinte": dall'orchestra e il suo direttore ai cori, i mimi e le comparse; dalle coreografie ai costumi, tutto è spiegato in maniera sintetica ma interessante.
Lo ripeto: davvero un buon modo di avvicinarsi coi bambini al mondo affascinante dell'Opera.
Peccato non abbia trovato altre pubblicazioni simili.

Grazie a homemademamma e i suoi venerdi del libro.

mercoledì 16 gennaio 2013

Pomata per le labbra screpolate

Dopo l'influenza che ha tartassato un po' tutta l'Italia, col freddo che finalmente è arrivato e la voglia di stare comunque fuori nella neve, non so a voi, ma a me sono venute le labbra "da naufrago".
Ho la cattiva tendenza a trascurarmi, non sono costante nei trattamenti di bellezza e, onestamente, non ho poi tutto questo tempo ne' denaro da dedicare all'estetista (che comunque è lontanissima da qui); però la pelle sana è importante e le labbra screpolate non piacciono a nessuno, quindi mi prendo la mia mezz'oretta per rimediare alla scorta di pomata homemade che ho finito.

Gli ingredienti:

LANOLINA anidra (la lanolina ha una struttura molto simile al grasso naturale della nostra pelle e la si può trovare in farmacia sia in piccoli e costosissimi tubetti "di marca" venduti per il trattamento delle ragadi, sia in grossi barattoli in forma "anidra", densa, giallina, pura ed economica.)
immagine tratta dal web

OLIO di MANDORLE
e/o
OLIO di IPERICO

CERA d'API

OLIO ESSENZIALE di LAVANDA o ROSMARINO o SALVIA
Tutti e tre ottimi contro le impurità perché antibatterici, con proprietà cicatrizzanti e antiacneiche, rilassanti, depurativi e -dicono addirittura- con proprietà antidepressive.
Sconsiglio vivamente gli oli essenziali di agrumi, visto che possono scatenare allergie anche inaspettate (lo so per esperienza...)


Io misuro sempre tutto "a occhio", ma le proporzioni all'incirca sono: 3 cucchiai di lanolina, 1 di olio e un'unghia di cera d'api.

Sciolgo sulla stufa tiepida (o a bagnomaria) la lanolina che ho messo in un pentolino, ricordanto che ha un punto di fusione estremamente basso, poi sbriciolo la cera e la mescolo dentro alla lanolina ormai fluida aggiungendo l'olio a filo e una decina di gocce di olio essenziale.
Quando sono sicura che gli ingredienti sono ben amalgamati, verso la pomata ancora liquida in piccoli vasetti sterili (uso spesso quei minivasetti da assaggi di miele o marmellata che si trovano anche nei consorzi agrari) e lascio raffreddare.
Ovviamente, raffreddandosi si addenserà, bisogna tenerne conto.

Questa è una crema meravigliosa, che si può personalizzare aggiungendo più o meno olio per renderla più fluida o mettendo un pizzico di cera in più per darle la consistenza di uno stick per le labbra.
Io ne faccio sempre in abbondanza e ne tengo un po' in versione più "morbida" nei barattoli riciclati di crema per le mani: la sera è un toccasana per la pelle con taglietti, secca o irritata.

VERSIONE ANTIBATTERICA "STRONG":
Dopo aver preparato la pomata con una quantità maggiore di lanolina e con solo olio di Iperico (cicatrizzante), aggiungo una trentina di gocce di propoli T.M. e mescolo bene finché è ancora fluida.
In caso di tagli, abrasioni da caduta o quando una scheggia non notata inizia a fare infezione, questa crema è formidabile.


lunedì 14 gennaio 2013

Quando un settenne parla di Democrazia...


Concorderete con me che ogni momento è buono per parlare di Democrazia con i propri figli; be', forse non proprio ogni momento.... non magari mentre li stai obbligando a mangiare la minestra di zucca che non gli piace più o stai imponendo come un gerarca le regole di casa... ;)
Ma, insomma, ieri sera, al momento della buona notte, Harald mi ha chiesto perché non ci lasciano ampliare la nostra minuscola casetta -in cui nemmeno i 7 nani starebbero comodi-, nonostante certe promesse pluriennali.
Gli ho spiegato che, sul terreno su cui sorge la casa, è stato aggiunto un vincolo che definisce la zona come "a rischio frane e smottamenti", e che per questo motivo si è bloccato tutto. Ho poi aggiunto la cronistoria delle bugie, delle omissioni e del disinteresse da parte del politico di turno e -per spiegargli la mia frustrazione- di come stiamo aspettando da anni (!) che l'ufficio tecnico metta mano alla nostra richiesta di cambio di destinazione d'uso di un terreno che abbiamo vicino a casa, che ci consentirebbe almeno di costruire lì.
Ovviamente, il pupo fa domande, e non si capacita dell'incompetenza e della leggerezza degli adulti in queste situazioni, così, una spiegazione tira l'altra, siamo giunti alla conclusione che:
chi viene eletto -sindaco, consigliere, assessore, parlamentare ecc..- è lì per rappresentarci, non per comandare e che il principio si dovrebbe estendere anche a chi lavora negli uffici pubblici ("Ma come, mamma? In Ufficio tecnico ci mettono più di 3 anni a fare una firma? Nemmeno io ci impiego tanto tempo!" Il candore dei bambini...); conseguentemente ne abbiamo dedotto che, dato che queste persone vengono stipendiate con le nostre tasse e i nostri soldini, sono nostri dipendenti; appurato poi che, se un operaio del prosciuttificio vicino si rifiuta di fare il suo lavoro rischia concretamente di perdere il posto, gli ho chiesto di ricordarsi, quando sarà grande, che -alla stessa maniera- bisognerebbe "licenziare" anche sindaci, onorevoli e incompetenti vari.

Gli ho poi fatto un'esempio per spiegargli come a volte funzionano le cose in Italia:
Noi siamo in 5, io sono il "tesoriere" della dispensa. All'ora di pranzo vedo che ci sono 10 spaghetti: potrei dividerli equamente, ma se penso di essere furba, ne nascondo 1 da mangiare di nascosto e divido i restanti lasciandone uno solo all'ultimo arrivato (Bjorn) e due a chi rimane. Io, però, in realtà ne mangio tre: con due sarei stata comunque sazia, il terzo era un capriccio e per averlo ho lasciato qualcuno affamato.
Può succedere che Harald mi scopra e, se anche lui pensa di essere un furbetto, non mi "denunci": d'altronde lui la sua parte l'ha avuta comunque, cosa può interessargli se Bjorn ci ha rimesso? E poi, se sta zitto, potrebbe essere che la prossima volta riesca anche lui ad approfittare della "falla" nel sistema, sperando di ricavarne qualcosa alle spalle degli altri.
Insomma, spesso gli adulti lasciano che il sistema sia marcio perché vorrebbero anche loro mangiare alla greppia con gli altri porci.

A questo punto ne ho approfittato per smontare l'ultimo insegnamento scolastico (alla recita natalizia hanno fatto dire ai bambini che la furbizia e uno dei "doni invisibili" più importanti *_*) e spiegargli che le qualità che davvero deve coltivare sono Saggezza, Equità e Compassione.
E, sopratutto, che non è mai giusto "fare i furbi" quando la tua furbizia viene pagata a caro prezzo da qualcun'altro.

Ah, se se lo ricordassero anche tanti adulti!
Però, che utile pro-memoria è parlare con un bambino curioso!

venerdì 11 gennaio 2013

Consigli di lettura 3 - L'ALLIEVA


Questo è un periodo di scarse possibilità di acquisto libri, quindi, finiti quelli che mi intrigavano di più, sono passata alla ri-lettura di alcuni titoli che avevo relegato -chiusi in scatoloni sigillati- nello stavolo di mia madre in occasione del trasloco di più di due anni fa.
 Inoltre ho cominciato a prendere in mano i romanzi acquisiti dalla biblioteca comunale nel corso dell'anno appena passato che ancora non avevo "attaccato".

Uno di questi è "L'allieva" di Alessia Gazzola, di cui alcune recensioni mi avevano stuzzicata.
 Non è però certo una'opera che ti arricchisca, potrei anzi dire che è puro svago, tra l'altro personalmente lo trovo -specie nel primo centinaio di pagine- piuttosto deludente, con una sbandierata ironia fatta spesso di citazioni pop e tipica della mia generazione (sarà che sono abituata all'umorismo di scuola anglosassone, che preferisco nettamente, e a una certa ironia nordica, penso ai libri di Paasilinna) che onestamente non trovo così brillante né originale.
 Intendiamoci, non che sia proprio brutto, ma, come molti romanzi ormai, sembra uscito da una scuola di scrittura, l'ennesima opera della produzione letteraria "consumistica" che caratterizza certa moderna editoria, quella fabbrica dell'intrattenimento letterario che mercifica la letteratura e la rende un prodotto "usa e getta" come tanti altri, buono per poter dire "leggo molti libri", ma non culturalmente migliore di certe serie televisive; anzi, a tratti sembra proprio una sceneggiatura, studiato per "catturare" l'attenzione, ammiccare al lettore sempre senza risultare impegnativo, senza il "fastidio" di dover riflettere su ciò che si sta leggendo.

 Indubbiamente scorrevole (di certo si legge velocemente, nonostante le sue 374 pagine), pecca però di "maladescrizione": riempie cioè interi paragrafi con nomi di marchi famosi per illustrare alcuni personaggi o situazioni, dando per scontato che il lettore visualizzi, al nome Gucci o Vuitton, oggetti, foulard, portafogli o automobili; usanza che ritrovo spesso anche in altri scrittori, ma che mi infastidisce ogni volta.
 Inoltre l'impressione è di una certa anglofilia, con molte espressioni inglesi a sostituire gli equivalenti italiani, e quello che definirei un multiculturalismo di facciata, standardizzato talmente tanto da risultare indifferente l'ambientazione: le vicende si svolgono a Roma, ma spesso sembra di leggere una storia americana.

 Insomma, per quanto complessivamente ben scritto e spiritoso, trovo che sia una lettura prescindibile; ma, in quanto facile e "leggera", adattissima al mio stato febbrile di questi giorni: qualche volta servono anche i libri poco impegnativi, mica si può sempre leggere saggi e classici! Quindi, in edizione economica, comprerò per la biblioteca anche i prossimi capitoli di questa nuova saga e me li leggerò con la trasgressione con cui si mangia un croccante di arachidi: non è certo necessario, dura poco e non ti offrirà proprio tutte le sostanze nutritive di cui hai bisogno, ma è piccolo piacere che, goduto di tanto in tanto, non fa troppo male.




LIBRI IN TRANSITO
(I libri sul comodino negli ultimi 15 gg.)



Luciana Borsatti:  Verzegnis 1878-79: Un caso di isteria collettiva in Carnia alla fine dell'Ottocento (sulle tristemente famose "indemoniate di Verzegnis")

Shalom Auslander:  Il lamento del prepuzio (davvero meritevole)

Piergiorgio Odifreddi:  Il matematico impertinente

Bjorn Larsson:  La vera storia del pirata Long John Silver



Questo post partecipa al venerdì del libro di HMM.


martedì 8 gennaio 2013

Il passato che riemerge

L'altra sera siamo andati nella frazione di La Maina a vedere a che punto sono i lavori di pulizia dell'invaso artificiale del lago nel mio comune: stanno svuotando abbastanza velocemente dall'acqua e cominciano a vedersi i ruderi dei vecchi edifici, abbandonati per far posto a questa opera monumentale negli anni '40.
All'epoca la nostra era una delle dighe più alte d'Europa, un'opera di ingegneria colossale, della stessa società che progettò la tristemente famosa diga del Vajont.


Questa è la vecchia borgata con la chiesa...
                           . ..e questo è ciò che ne rimane.


Questi, invece, sono i resti di quello che sarebbe dovuto diventare un albergo.






Qui si vede ancora la traccia coi tornanti della vecchia strada.







Da qualche parte si vedono anche i resti delle latrine in calcestruzzo costruite a fianco delle baracche di legno in cui alloggiavano i prigionieri di guerra neozelandesi che, negli anni di conflitto, hanno lavorato alla costruzione della diga.

Prossimamente posterò altre foto, anche della costruzione.

lunedì 7 gennaio 2013

Cucina semplice, cucina complicata


Sfoglio distrattamente la rivista di mia madre e, nella sezione ricette di un numero natalizio, trovo Budino ricco di panettone, Salmone farcito di ratatouille, Corona di penne ripiene al ragù e altre simili prelibatezze.
Butto uno sguardo al settimanale di cucina a casa di mia suocera e, anche lì, panettoni rielaborati, carni ripiene di contorni e via discorrendo.
Possibile che, per presentare una pasta al ragù, una povera donna debba infilare il sugo dentro alle penne e pure diventare matta a farle stare in piedi? Bisogna poi davvero farcire, riempire, inzuppare nel brandy e ri-formare un dolce già ricco e "pieno" come il panettone? Se ti vien proprio voglia di cucinare, fai un altro dolce! O prova a preparare un "semplice" panettone.
Ma davvero bisogna sempre stupire a tutti i costi, magari coi soliti sapori presentati in forme diverse?
Un buon formaggio ben stagionato con una deliziosa colata di miele, magari di castagno, magari tutto "locale" o di piccole aziende agricole, non potrebbe essere comunque una deliziosa offerta?
Ultimamente sono sempre più alla ricerca della semplicità dei gesti e dei sapori, nonché della genuinità e, sinceramente, faccio fatica a comprendere perché la ratatouille dovrei metterla dentro al salmone e non attorno.

Tanto per dire, io vado pazza per la

MINESTRA D'ORZO (Geisteminiestra),
-Soffriggere carote, sedano e cipolla, poi aggiungere l'orzo precedentemente ammollato e sciacquato, i fagioli e le lenticchie e l'acqua o il brodo di verdure.
Dopo circa un'ora, aggiungere le patate tagliate a tocchetti, il sale, un rametto di rosmarino ed eventualmente altra acqua. Cuocere ancora finché gli ingredienti saranno tutti morbidi ma l'orzo non stracotto. La minestra è più buona il giorno dopo.-


e le insalate di verdure crude, come        INSALATA DI RADICCHIO E MELE con NOCI

ma anche una semplice torta di carote e nocciole.


Voi cosa ne pensate? Quali sono i vostri cibi preferiti?

sabato 5 gennaio 2013

Befana

Anche la nostra befana familiare arriva con l'asino, perché non è mica una strega. Solo che la nostra vecchina ha il volto scavato e le rughe simpatiche di certe anziane saurane, la parlata un po' bisiacca di chi in gioventù ha servito nelle famiglie della bassa e il fisico ossuto che non pesi troppo al povero ciuchino, anche lui vecchio come l'usanza di riempire le calze di mandarini.



Scarpets
Questa sera dovrà scrivere ben tre letterine, con grafia tremolante e strafalcioni ortografici che finalmente Harald comincerà a notare e forse apprezzare... e poi farcire quelle lunghe calzebraghe da sci che i furbacchioni appendono alla porta di camera loro: nocciole, noci e mandorle, mandarini e caramelle (poche, ché quest'anno ne hanno già ricevute troppe), gilet di lana fatti a mano e scarpets minuscoli, la mascherina da sci nuova per chi non l'ha più e i librini cartonati per i più piccoli.


Ma, sopratutto, la magia dell'attesa e della tradizione che si tramanda, una magia che riempie il cuore anche a me, che mentre faccio tremare la mano per camuffare la mia scrittura, penso alla prozia Maria Volvlan e al mio caro prozio poeta che, con gesti simili, offrivano un po' di gioia anche alla mia mamma, quando ancora mamma non era.