Scegliere consapevolmente una strada verso la Decrescita Felice ci ha permesso di non sentire troppo la "crisi" economica.
D'altronde noi stavamo già rinunciando a molte cose superflue (mica a tutto, però: abbiamo anche noi tenuto alcuni vizietti) e, anzi, nonostante abbiamo deciso che io lasciassi il mio lavoro "full time" per dedicare più tempo a figli e casa, siamo persino riusciti a risparmiare ed accantonare abbastanza da investire in migliorìe sulla nostra casa.
Siamo partiti praticamente dal nulla, con la fortuna di poter abitare per i primi anni nella mansarda di mia madre (quindi risparmiando sull'affitto) e qualche soldino accantonato, ma non certo grandi cose.
Nel giro di pochi anni abbiamo costruito una famiglia e una vita diversa da quella che vivevamo prima.
Non ci siamo mai fermati: serviva una caldaia nuova perché quella vecchia era capricciosa e consumava troppo? Perfetto, un po' di attenzione all'economia domestica e qualche taglio qua e là ed ecco fatto il lavoro. Un piccolo sacrificio ripagato con un risparmio sulle spese di riscaldamento.
La mansarda non era dotata di riscaldamento a legna? Ho preso di nuovo in mano l'agenda su cui segnavo entrate e uscite economiche al centesimo e, con qualche altra piccola rinuncia, ecco trovato il modo per risparmiare su qualcos'altro: in un paio d'anni il termocamino in maiolica si è ripagato, anche grazie al risparmio sul metano che ci ha permesso.
In più ci siamo goduti le fiamme vivaci nelle serate autunnali, i momenti romantici al calore arancione del faggio, i primi cibi cucinati nel forno a legna, il tepore asciutto e "vivo" del riscaldamento naturale.
E via di questo passo, taglia di qua, riduci di là, ci siamo abituati facilmente a vivere senza troppi oggetti superflui, a non andare più a bere il caffè al bar ogni giorno, a risparmiare su certe cose, a rinunciare ad altre.
Mi trucco solo in occasioni speciali e con poco, non vado da estetista e parrucchiere, non compro più scarpe inutili (ché tanto, con la vita che faccio, mi serve roba comoda e pratica, da usare fino alla distruzione!), i vestiti si utilizzano fino a farli diventare, letteralmente, stracci, utilissimi in officina.
La cosa più dura è stata rinunciare ai nostri frequenti acquisti di libri e dischi: i tagli alla cultura hanno colpito anche noi e abbiamo rinunciato a tre riviste mensili, ridotto all'osso la musica (ché tanto non abbiamo più tempo per ascoltarla in pace come piaceva a noi), dimezzato i libri in entrata, tolto dal carrello molti fumetti.
Contemporaneamente abbiamo comprato casa (piccola, purtroppo, ma così ci stanno meno cose e imparo a non accumulare troppo) e terreno, l'abbiamo ristrutturata facendo da soli tutto il possibile, attenti, come dicevo, al risparmio energetico ed al comfort (calore, luce naturale, giusto tasso di umidità, comodità): abbiamo trasformato un edificio terribilmente energivoro e freddo in una casetta calda, luminosa e con costi di mantenimento bassissimi.
Abbiamo riciclato tutto quello che potevamo, compresi i mobili: la mia cucina mi è stata donata, usata, da un fraterno amico che traslocava in una casa più piccola, ha fatto tre o quattro traslochi, è stata spezzettata e modificata, riassemblata e salvata. Ora alcuni pezzi li ho io, altri sono utilizzati da una famiglia di amici.
Questo mi fa felice, perché so di non aver sprecato risorse inutilmente e di non aver prodotto rifiuti; finché durerà la terrò cara, anche se non l'ho scelta io, ma ha un valore inestimabile perché quando cucino il mio amico Marino è con me nel dono che mi ha fatto, mio cugino Chicco che ci ha aiutati nel trasporto entra nei miei pensieri, ed è piena di ricordi felici.
I lavori continuano, mica sono finiti: si va avanti un passetto alla volta, secondo le nostre possibilità, comunque quest'anno abbiamo installato i pannelli fotovoltaici.
Così la nostra vita e le nostre abitudini non sono cambiate a causa della crisi, bensì noi ci siamo evoluti (ci stiamo evolvendo) e abbiamo cambiato stile per nostra scelta, una differenza enorme che consente di essere felici e soddisfatti.