mercoledì 21 novembre 2012

Da quando ero bimbetta mi ripetono che le "macchine" faranno il lavoro degli umani, molto presto, in modo tale che a noi rimanga taaanto tempo libero da sfruttare come meglio ci pare.
Ebbene, in questi anni ho visto invece una corsa sempre più ridicola delle persone attorno a me all'arricchimento; moltissime famiglie che asseriscono di "dover per forza" mettere i bambini al nido-dalla baby sitter-nella scuola a tempo pieno-nelle varie attività sportive e agonistiche, ché i genitori devono lavorare entrambi per guadagnare abbastanza soldi per comprare -sorpresa!- consolle per videogiochi sempre più realistici, robot da cucina che cucinano il risotto (!) al posto tuo, che non hai tempo dato che lavori, televisori grandi e piatti come quadri, suv per accompagnare i bimbi nelle varie e costose attività messe in piedi per permetterti di lavorare per guadagnare soldi per pagarle. Sembra la Fiera dell'Est, coi suoi continui rimandi.
E' ovvio a questo punto che la tecnologia ci ha resi sempre più schiavi, nonché decisamente miopi. Viviamo in una società che grida sofferenza per la mancanza di posti di lavoro e la disoccupazione, al contempo ci aumentano l'età pensionabile e chi lavora spesso viene costretto agli straordinari. Vi pare troppo azzardato pensare che, invece di pagare casse integrazione, indennità di disoccupazione e aiuti vari alle famiglie che non ce la fanno più, sarebbe il caso di ridurre l'orario lavorativo di tutti, e di molto, e dar così spazio a questi benedetti disoccupati? Non sarebbe meglio lavorare meno, ma tutti? Non sarebbe meglio andare in pensione prima ed aiutare i giovani a uscire di casa rendendosi indipendenti prima dei 30 anni? Non converrebbe forse aiutare le mamme che desiderano crescere i propri figli facendo quel mestiere mai riconosciuto che è la casalinga? Immaginate come questo porterebbe una minore spesa da parte dello Stato per gli asili nido, per la sanità pubblica, per l'assistenzialismo di ogni tipo? 
E noi, quando ci renderemo conto dell'ipocrisia delle nostre scuse? Quando decideremo di rallentare e uscire dalla spirale dei desideri -quelli che, dopo averli soddisfatti, ti lasciano con l'amaro in bocca e un nuovo impellente desiderio indotto-? La maggior parte delle persone che conosco ritiene di avere problemi economici, ma , pensandoci bene, quante spese che facciamo sono decisamente superflue?


(Il mago di Oz)


A quando una società più a misura d'uomo (e donna, bambino, anziano) e meno funzionale al mercato e alle grandi corporazioni? Quando ci decideremo a riscoprire l'etimologia della parola Comunità?

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